VIA CAMPEGNA 58 SCALA I INTERNO 8 80421 NAPOLI
Durata: 78 min
Lingua: Italiano sott. eng.
Regia: Donatella Di Cicco
L'obiettivo esplora, osserva, guarda: è come se quei luoghi negli occhi di chi li ripercorre siano già distanti, quasi fossero divenuti estranei, degli sconosciuti. Che rimane allora in chi le abitate nelle stanze ormai anonime, destinati a altre persone che le reinventeranno?
Il tempo passa, è estate. Le due figlie della regista, Isotta e Anna Mia sono cresciute, la prima è seria, la seconda molto vivace. Giocano in campagna con le galline, litigano, sono vicine, sorelle. La vecchia casa di Via Campegna apre loro le porte, oggi ci sono due bambini, la mamma è accogliente, tutto è diverso nella luce del giorno.
“Cosa ricordi?” chiede alle figlie la regista, la piccolina nulla, la più grande qualche frammento, una memoria vaga che forse solo i fotogrammi hanno trattenuto. Lo spazio della casa si fa allora dimensione intima di un dolore, e la sua trasformazione dà voce al dolore del lutto, alla sua elaborazione, a quel flusso che è nell'esistenza e nella memoria come parte di sé e della propria storia. Fra le nuove pareti la vita scorre, e così fuori da esse. E in questo passaggio e condivisione di esperienze dalla madre alle figlie si schiude con dolcezza il senso delle immagini, la potenza del cinema.
78 min
Lingua: Italiano sott. eng.
Regia: Donatella Di Cicco
L'obiettivo esplora, osserva, guarda: è come se quei luoghi negli occhi di chi li ripercorre siano già distanti, quasi fossero divenuti estranei, degli sconosciuti. Che rimane allora in chi le abitate nelle stanze ormai anonime, destinati a altre persone che le reinventeranno?
Il tempo passa, è estate. Le due figlie della regista, Isotta e Anna Mia sono cresciute, la prima è seria, la seconda molto vivace. Giocano in campagna con le galline, litigano, sono vicine, sorelle. La vecchia casa di Via Campegna apre loro le porte, oggi ci sono due bambini, la mamma è accogliente, tutto è diverso nella luce del giorno.
“Cosa ricordi?” chiede alle figlie la regista, la piccolina nulla, la più grande qualche frammento, una memoria vaga che forse solo i fotogrammi hanno trattenuto. Lo spazio della casa si fa allora dimensione intima di un dolore, e la sua trasformazione dà voce al dolore del lutto, alla sua elaborazione, a quel flusso che è nell'esistenza e nella memoria come parte di sé e della propria storia. Fra le nuove pareti la vita scorre, e così fuori da esse. E in questo passaggio e condivisione di esperienze dalla madre alle figlie si schiude con dolcezza il senso delle immagini, la potenza del cinema.